in Italia sono tante le tipologie di cooperativa e tutte tentano di soddisfare il bisogno mutualistico dei soci. Le cooperative sociali invece non hanno come obbiettivo primario il profitto economico ma perseguono la solidarietà sociale, che è un bene collettivo.

sarebbe a dire che ci impegniamo quotidianamente affinché il benessere di tutta la comunità che abitiamo sia il motore del nostro agire, del nostro lavorare, del nostro pensare e progettare i nostri servizi.

nella manutenzione del territorio, nelle pulizie, nella ristorazione, nella gestione di vari servizi. In generale, in ogni tipologia di “mestiere” che ci permette di inserire al lavoro persone in difficoltà.

disabili, invalidi fisici, psichici o sensoriali, persone in percorsi terapeutici di recupero da dipendenza: questi i casi più “classici”. Oggi il mondo che viviamo ci mostra altre categorie di persone più difficili da classificare, figlie di nuove povertà, di nuove solitudini, di nuove fragilità. Noi le chiamiamo più in generale persone vulnerabili.

Art. 1 – Le cooperative sociali hanno io scopo di perseguire l’inte­resse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso:

1. a) la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi;
2. b) lo svolgimento di attività diverse – agricole, industriali, commerciali o di servizi – finalizzate all’inserimento lavorati­vo di persone svantaggiate.

Art. 4 – Nelle cooperative che svolgono le attività di cui all’articolo 1, comma 1, lettera b), si considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di istitu­ti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alter­native alla detenzione…